Pagelle Giro di Romandia 2023: Yates non sbaglia, Jorgenson e Caruso simboli di solidità, Juan Ayuso e Egan Bernal danno cenni di ripresa
Adam Yates (UAE Team Emirates), 10: Il britannico corre con intelligenza, senza sprecare mai energie inutili, ma rispondendo presente nelle giornate fondamentali per la classifica generale. Dopo essersi comportato molto bene nell’impegnativa cronometro, nell’unico arrivo in salita previsto si muove con autorità, andando a chiudere su tutti gli attacchi, prima di lanciare quello decisivo. Il classe 1992 finisce così la settimana con una vittoria di tappa e quella in classifica generale.
Matteo Jorgenson (Movistar), 9: Il secondo posto finale è un’ulteriore conferma della grande crescita fatta dallo statunitense in questa stagione. Dopo un’ottima cronometro, il classe 1999 si difende bene in salita andando così a cogliere un podio di prestigio in un’importante corsa WorldTour.
Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), 8: Il transalpino si ritrova al momento giusto. Il classe 1990 si è messo in mostra soprattutto nella parte finale della salita verso Tyhon 2000, arrivo della quarta frazione. Con una bella rimonta negli ultimi chilometri, infatti, il francese è andato a prendersi il secondo posto di tappa, dimostrando finalmente di essere tornato su livelli accettabili. Purtroppo il ritardo accumulato con la bici da crono non gli permette di andare oltre il quinto posto in classifica generale, ma questo risultato non può che dare fiducia in vista del Giro d’Italia 2023, dove almeno una vittoria di tappa sembra poter essere alla portata.
Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 8: Il siciliano si conferma corridore solido e con la sua grande esperienza riesce a cogliere l’ennesimo podio di prestigio di una lunga militanza in gruppo. Nella tappa regina il ragusano soffre i cambi di ritmo, ma decide di salire del suo passo, un passo che si rivela molto redditizio tanto che nel finale riesce a recuperare tanti corridori e chiudere come terzo di giornata, confermando poi lo stesso risultato il giorno dopo in classifica generale.
Fernando Gaviria (Movistar), 8: Il velocista colombiano sfrutta al meglio l’unica vera occasione per i velocisti andando a vincere l’ultima tappa della corsa. Forse il classe 1994 ha sofferto più del previsto sulle tante salite del percorso, ma sicuramente il risultato dell’ultima giornata dà fiducia in vista del Giro d’Italia.
Ethan Hayter (Ineos Grenadiers), 8: Il britannico va al disotto delle aspettative nelle prime due frazioni, ma poi chiude la corsa con un primo e un terzo posto parziali e la vittoria nella classifica a punti che rendono più che positiva la sua settimana.
Max Poole (DSM), 8: Il giovane britannico è la vera rivelazione di questa corsa. Dopo le buone prestazioni al Tour of the Alps, sulle salite iberiche rimane sempre con i migliori e riesce a chiudere la corsa in quarta posizione. Il futuro è dalla sua parte e il motore sembra essere buono, specie quando la strada sale.
Josef Cerny (Soudal-QuickStep), 7,5: È il ceco ad aprire le danze vincendo il cronoprologo davanti a corridori forse più quotati di lui su un percorso simile. Nel resto delle giornate poi lavora per la squadra.
Ethan Vernon (Soudal-QuickStep), 7,5: Il britannico dimostra di essere qualcosa in più di un semplice velocista. Nella prima tappa, infatti, riesce a superare indenne le difficoltà altimetriche previste, facendo poi valere la sua superiorità allo sprint.
Juan Ayuso (UAE Team Emirates), 7,5: Nonostante il sedicesimo posto finale la corsa dell’iberico può essere considerata in maniera più che positiva. La vittoria a cronometro è, infatti, là a testimoniare un talento cristallino e il risultato in classifica generale è dovuto alla necessità di ulteriore allenamento dopo il brutto infortunio che lo ha tenuto fermo per tutta la prima parte di stagione. Da qui in poi, però, può solo crescere e nelle prossime corse sarà sicuramente da tenere in considerazione.
Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 7,5: Un ottavo posto al Giro di Romandia per un corridore che in bacheca ha un Giro d’Italia e un Tour de France sarebbe sicuramente da considerare in maniera negativa se non si conoscesse la storia recente del colombiano. Questa è, infatti, la prima top 10 raggiunta in corsa dopo il terribile incidente del gennaio 2022, quando il classe 1997 ha rischiato di rimanere per sempre in sedia a rotelle. Se lui affronta tutto con il sorriso dicendo che la cosa più importante adesso è poter pedalare ancora, in molti hanno tirato un sospiro di sollievo dopo questa prestazione, con la speranza di poter recupere un grande campione.
Milan Menten (Lotto-Dstny), 7,5: Il belga si sta ritagliando sempre più un ruolo da protagonista nel gruppo internazionale. Anche a questa corsa ha messo in mostra, infatti, le sue doti da velocista, cogliendo un terzo e un quarto posto di tappa.
Cian Uijtdebroeks (Bora-Hansgrohe), 7: Il giovane belga continua a raccogliere risultati importanti. Dopo il nono posto alla Volta Catalunya, sulle strade iberiche arriva un ottimo sesto posto con una prestazione convincente nella tappa regina. Il classe 2003 conferma così di starsi adattando al mondo del professionismo e tutto il talento fatto intravedere nelle categoria giovanili sta piano piano emergendo anche nel ciclismo che conta.
Romain Bardet (DSM), 7: 7 come il risultato ottenuto in classifica generale. Il transalpino pedala bene per tutta la corsa, facendo anche le volate di gruppo, ma alla fine nelle giornate decisive per la classifica si spenge un po’. A cronometro accumula un ritardo troppo pesante e nell’arrivo in salita non riesce a raccogliere molto più di un settimo posto che non gli permette di entrare tra i primi cinque della corsa.
Thibu Nys (Trek-Segafredo), 6,5: Il belga è un altro dei giovani che si è messo in mostra in questa corsa, sfiorando il successo di tappa nella prima frazione.
Eddie Dunbar (Jayco-AlUla), 6,5: La prova dell’irlandese è priva di acuti, ma questo non gli impedisce di chiudere comunque con un piazzamento in top 10. Vedremo se questa condizione sarà sufficiente per provare ad essere protagonista al Giro d’Italia.
Tobias Foss (Jumbo-Visma), 6: Battuto per pochi centesimi nel prologo, il campione del mondo delle prove contro il tempo non riesce a far brillare l’iride neanche nell’altra cronometro prevista. Dopo aver lottato nei primi giorni per indossare la Maglia Gialla di leader (provando anche inutilmente a fare la volata ad un traguardo volante senza abbuoni), il norvegese abbandona la corsa per non correre eccessivi rischi in vista del Giro d’Italia.
Matteo Sobrero (Jayco-AlUla), 6: Il quarto posto nella seconda frazione è l’unico risultato degno di nota della settimana del piemontese arrivato evidentemente stanco dopo gli sforzi nelle Ardenne.
Gino Mader (Bahrain Vicotrious), 5,5: Arrivato alla corsa con alte motivazioni, l’elvetico fatica nella tappa di montagna, chiudendo la corsa con un anonimo sedicesimo posto.
Louis Meintjes (Intermarché-Circus-Wanty), 5: Il sudafricano non ha ancora trovato il giusto colpo di pedale quest’anno. Il diciannovesimo posto finale non può certo soddisfarlo.
Michael Woods e Giacomo Nizzolo (Israel-PremierTech), 5: I due corridori dovevano essere gli uomini di riferimento della formazione israeliana, ma non riescono mai ad incidere sulla corsa finendo per ritirarsi nella tappa regina: probabilmente per loro ha pesato qualche problema di salute.
Mark Cavendish e Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), sv: I due capitani della Astana sono stati costretti ad alzare bandiera bianca per problemi di salute. Soprattutto per il britannico questo è un intoppo che non ci voleva: questa corsa era un passaggio fondamentale per la sua preparazione in vista del Giro d’Italia 2023.
Simon Yates (Team Jayco-AlUla), sv: In molti attendevano la sfida tra i due gemelli Yates, ma i problemi di salute di Simon ci hanno privato dello spettacolo.
Sergio Higuita (Bora-Hansgorhe), sv: Arrivato qui forte del secondo posto della passata stagione, il colombiano si ritira dopo tre tappe in cui ha sempre faticato. Evidentemente per lui ci sono stati problemi di salute che non gli hanno permesso di esprimersi al meglio.
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